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INTERVISTA A FIORENZA CEDOLINS

Mercoledì 6 maggio abbiamo avuto l'onore di intervistare in diretta uno dei più grandi soprani italiani: Fiorenza Cedolins!


(ascolto "Voi lo sapete o mamma" dalla Cavalleria Rusticana" dal Teatro Filarmonico di Verona) QUAL E' IL SUO RAPPORTO CON CAVALLERIA RUSTICANA E IL VERISMO?

Amo il verismo: Cavalleria Rusticana è un'opera molto efficace e il ruolo di Santuzza mi è molto comodo vocalmente. Ci sono momenti più patetici che aggressivi perché Santuzza è solo una donna disperata che tenta di riconquistare il marito. La mia vocalità arriva proprio fino al verismo e il ruolo veristico di Santuzza è proprio quello con cui ho debuttato al Carlo Felice di Genova nel 1993. Il ruolo veristico che ho cantato di più è Tosca e poi ho cantato Adriana Lecouvrer, Fedora ed altri. Il verismo, se fatto con gusto, buon senso e nobiltà mi piace molto, anche se cantato in francese. Poi amo il verismo anche come corrente letteraria, quindi sono molto coerente con i miei gusti musicali e letterari.




QUALI SONO LE PRODUZIONI DI CAVALLERIA RUSTICANA CHE RICORDA PIU' FELICEMENTE?

Dopo quella del debutto, ricordo quella al Festival di Ravenna nel 1996 per la regia di Liliana Cavani e diretta da Riccardo Muti. Ero nel secondo cast e sentivo su di me il peso di mantenere il livello del primo cast, con un mezzosoprano ed un tenore di altissimo livello. E' andata benissimo e la regia era fantastica! Un'altra Cavalleria Rusticana molto bella è stata quella del Festival Mascagni di Livorno nel 1997, regia di Marina Bianchi, diretto d'orchestra Massimo De Bernart. Lì ho avuta moltissima fortuna: cantanti interessanti e una direzione d'orchestra strepitosa: ho avuto quindi la possibilità di dimostrare la mia bravura nel ruolo di Santuzza. Ho deciso poi di abbandonare questo ruolo per dedicarmi ad altri, riprendendolo solo pochi anni fa.


(Ascolto "Un bel dì vedremo" dall'Arena di Verona, 2004) COM'E' LA SUA ESPERIENZA IN ARENA?

Cantare all'Arena è un'emozione incredibile, c'è addirittura un profumo particolare che insieme ad un cielo stellato dà la sensazione di infinito. Questa Butterfly in particolare era proprio bellissima, i costumi di Emi Wada tradizionali e decoratissimi! Mi piaceva sempre aspettare qualche secondo prima di fare il sol bemolle all'inizio di "Un bel dì vedremo" per sentirmi addosso gli occhi di 11 mila spettatori e per sentire quest'emozione fortissima che è veramente molto difficile da descrivere.




QUALI SONO LE PRODUZIONI ARENIANE CHE LE SONO PIACIUTE DI PIU'?

Ricordo molto bene e molto felicemente le produzioni di Aida, Trovatore e Tosca, oltre alla Butterfly. Il Trovatore era quello fantastico e fiabesco con dei magnifici costumi per la regia del Maestro Zeffirelli nel 2001. Nel 2002 con la produzione di Zeffirelli di Aida che al centro aveva quella bellissima piramide in canne color oro, ho inaugurato il Festival areniano. Come abbiamo detto nel 2004 ho cantato Butterfly e poi nel 2006 Tosca per la regia di Hugo De Ana. Hugo è un grande amico e ricordo che quell'anno fece dei bellissimi costumi per me, ricchissimi e dettagliati che ho indossato con grande orgoglio!



COME VEDE IL FUTURO DELL'OPERA?

Spero in un futuro del'opera con spettacoli fantastici dal vivo e spero che si trovi di nuovo la volontà di rispettare quello che il compositore ha scritto in partitura. Ben venga anche lo streaming, perché no! Se fatto bene anche quella diventa una possibilità di crescere per i cantanti, perché non tutti riescono a recitare bene senza avere un pubblico davanti e c'è anche chi, al contrario, è in grado di esprimere più emozioni davanti ad una telecamera. Anche per questo bisogna essere portati ed avere un certo talento, oltre alla volontà di migliorarsi.


Come saprete ho una scuola di canto che è la SOI (Scuola dell'Opera Italiana) e quest'anno abbiamo tenuto il primo concorso di canto lirico virtuale. I partecipanti hanno dovuto creare una piccola scenografia e recitare davanti ad una telecamera. Ci saranno altre edizioni di questo concorso e io credo che questa iniziativa sia stata un modo di portare l'opera alle persone in un altro modo.


Grazie mille a Fiorenza Cedolins! E' stato un onore e speriamo di vederla il più presto possibile dal vivo!






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