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TRAGEDIA E PASSIONE: RIGOLETTO DA TREVISO

Domenica 20 dicembre 2020 è andato in scena in streaming "Rigoletto" dal Teatro Mario del Monaco di Treviso

Una produzione ottima sotto tutti i punti di vista -per quello che si può percepire dallo schermo- a partire dalle scenografie virtuali di Federico Cautero, che ha deciso di trasportare (in parte) le scene del melodramma di Verdi in un'altra epoca e in un altro luogo. Vediamo il Palazzo Ducale nel primo e nel secondo atto, ma l'abitazione di Rigoletto si trasforma qui in una specie di tempio, visto esternamente, che mostra poi il suo interno vuoto, senza elementi scenici, creato con le proiezioni delle pareti.

Nel terzo atto vediamo invece un teatro in rovina al posto della locanda prevista dal libretto; un teatro che cadrà poi su sé stesso nel finale dell'opera. Lascia riflettere quest'ultima scena, forse pensata per simboleggiare la crisi che si sta abbattendo sulla musica d'arte negli ultimi anni, accentuata dal Covid-19.


Eleganti e funzionali alla scenografia i costumi di Germana Rossi Silvestrini.

Molto interessante la parte musicale della produzione, a partire dai comprimari Silvia Celadin (Paggio della Duchessa), Monica Biasi (la Contessa di Ceprano), Carlo Di Cristoforo (il Conte di Ceprano), i solidi Antonio Feltracco (Matteo Borsa), Gabriele Nani (Marullo), l'ottimo Gabriele Sagona come Conte di Monterone e, con una nota di merito in più, la Giovanna della brava Alice Marini.

Bene Vasilisa Berzhanskaya (Maddalena), mezzosoprano dal timbro scuro e seducente, funzionale al personaggio, e dall'ottima presenza scenica accentuata dal meraviglioso abito rosso, che risaltava tra gli altri colori più scuri. Perfetto in tutti i suoi interventi il basso Roberto Scandiuzzi nel ruolo di Sparafucile, che colpisce per il timbro, per il fraseggio e per le qualità di attore a dir poco soddisfacenti.

Ivan Magrì si dimostra (se mai ne avesse bisogno) perfettamente all'altezza del ruolo del Duca di Mantova, sfoggiando una vasta gamma di colori, fraseggiando in modo curato e con una presenza scenica ottima. Il tenore disegna così un personaggio completo, con tutte le sue sfaccettature, da quelle più passionali e violente a quelle più dolci e gentili; basti pensare al duetto con Gilda del primo atto "E' il sol dell'anima", cantato con grande sentimento e cura di ogni singola nota.





Interessante la Gilda di Enkeleda Kamani, che costruisce un personaggio dalle tante caratteristiche tutte ben calibrate, dall'umiltà fino alla dolcezza e alla vergogna. Il timbro è di grande qualità, il fraseggio è curato, così come le dinamiche e i numerosi acuti, ben centrati e realizzati senza perdere le sfumature del timbro e senza sacrificare la dizione. Sensazionali alcuni momenti di grande impatto: "Caro nome", "Tutte le feste al tempio" e "V'ho ingannato colpevole fui" sono tra i momenti più commuoventi.


Ma arriviamo al protagonista, Amartuvshin Enkhbat. La presenza scenica è nobile, adatta al ruolo. Con la sua interpretazione cogliamo un buffone tanto tormentato quanto affettuoso con la figlia, in poche parole un Rigoletto completo di tutto che dimostra una notevole maturità del ruolo, supportata da una tecnica e da un timbro di grande pregio e bellezza. Momenti come "Piangi, fanciulla" mettono in evidenza tutte le caratteristiche del giovane baritono: una notevole musicalità, un fraseggio curato e particolareggiato, un timbro pastoso e morbido. Ma è un Rigoletto che sa anche distinguersi e mettersi in luce nei momenti più violenti come "Sì, vendetta".


L'orchestra di Padova e del Veneto dimostra una grande coesione sotto la guida della bacchetta esperta del Maestro Francesco Ivan Ciampa, che stacca i tempi giusti e valorizza i cantanti con sentimento e musicalità. Bene il coro lirico veneto nei suoi interventi.

Al termine gli applausi per gli artisti dei pochi presenti fanno capire quanto manchi fare musica con il pubblico e quanto desolante sia vedere il teatro vuoto.


Giovanni Zambon




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