Leggete qui l'intervista del 25 aprile al soprano Francesca Dotto.
COME TI SENTI QUANDO SALI SUL PALCO?
Dietro le quinte mi vengono sempre un sacco di paure, ma appena si entra in scena non ci penso più: bisogna lasciare fuori dal palco i timori. C'è anche moltissima adrenalina che permette di dare il meglio di me stessa.
Io preferisco cantare con la platea al buio, perché così posso immedesimarmi meglio nel personaggio e naturalmente anche per non vedere i volti delle persone. Il personaggio si sviluppa in ogni recita in modo diverso, anche a seconda dei partner con cui si canta e ovviamente del tipo di giornata che si può avere.
COME E' INIZIATA LA TUA PASSIONE?
Io ho studiato il flauto traverso perché volevo seguire le mie amiche, dopodiché è iniziata una grandissima passione in generale per la musica. Sentivo proprio che avevo il bisogno di suonare e di cantare, farlo mi faceva sentire molto meglio. Insomma, senza la musica non stavo e non sto bene!
QUALI DIFFICOLTA' HAI INCONTRATO NELLA TUA CARRIERA?
Le difficoltà non si trovano all'inizio, perché ci si butta nel canto e si ha tantissima energia, anche per il fatto che magari si cantano un paio di produzioni all'anno e tutto lo studio si concentra su quelle due opere. Quando invece si canta molto e si è impegnati tutti l'anno in tante produzioni, bisogna saper tenere all'interno di se stessi un equilibrio vocale e psicologico. Un'altra cosa difficile che bisogna saper fare è dire sempre la cosa giusta al momento giusto, cosa alquanto ardua!
QUALI SONO I REQUISITI CHE HAI DOVUTO AVERE PER FARE QUESTO MESTIERE?
Bisogna avere certamente una predisposizione naturale al canto, se uno non ce l'ha non può fare molto. La passione deve essere grandissima, così come l'impegno assiduo nello studio; bisogna amare sé stessi, avere cura del proprio strumento e prendersi cura di esso. E' importante ascoltare le proprie esigenze, non bisogna strafare e non bisogna esagerare: quindi è necessario conoscere i propri limiti.
QUAL E' L'OPERA CHE PREFERISCI E IL COMPOSITORE CHE PREFERISCI?
Trovo che sia riduttivo ridurre tutta la musica ad un paio di nomi, perché ogni compositore, ogni personaggio ci lascia qualcosa e noi mettiamo qualcosa di nostro in ogni personaggio.
La musica che ascolto cambia a seconda di come mi sento in un determinato giorno: se cerco passione ascolto Puccini, e così via. Dico un nome, Giuseppe Verdi, perché è il compositore che ha creato personaggi che più mi assomigliano, principalmente nella personalità.
COSA NE PENSI DELLA TRASPOSIZIONE SCENOGRAFICA DI OPERA IN UN PERIODO DIVERSO DA QUELLO ORIGINALE?
A me piace molto cambiare, ma in ogni caso bisogna mantenersi al libretto. Può risultare riduttivo ambientare, per esempio, la "Traviata" sempre nell'800.
Le regie moderne sono molto diffuse e penso che queste possano avvicinare i giovani: non è importante solo la scenografia, è importante anche che a chi ascolta arrivi un messaggio, così come è importante che si capiscano i personaggi, la loro storia e i loro rapporti.
Io in un qualsiasi tipo di regia chiedo sempre il perché di un gesto prima di farlo, se trovo che abbia senso lo faccio, se no ne discuto con il regista. Lo faccio poiché il pubblico non deve annoiarsi neanche un secondo: se la storia non sta in piedi, oltre alla noia del pubblico, i cantanti non riescono a dare il meglio di sé.
Quando ero più giovane mi piaceva molto la regia classica, ma con il tempo la mia visione è cambiata perché ho imparato a chiedermi il perché di una scenografia e ho imparato a vedere il punto di vista del regista, cosa che tutti dovrebbero fare, oltre a capire le azioni che facciamo sul palco. Il bello che vediamo nei teatri non deve essere fine a sé stesso, ma deve essere funzionale al personaggio!
COME VEDI IL FUTURO DELL'OPERA?
Innanzitutto, l'opera deve ritornare anche sui banchi di scuola, perché è un bene che va assolutamente condiviso e l'educazione è importante per imparare ad amare qualsiasi cosa. Dobbiamo conoscere il nostro passato, dobbiamo conoscere la bellezza che abbiamo: teatri musei e in questo periodo anche solo una passeggiata.
COME CONTINUI A STUDIARE IN QUESTO PERIODO?
Non è semplice continuare lo studio, principalmente perché il canto in questo periodo è fine a se stesso: la musica dal vivo è molto importante e io, come i miei colleghi, ne abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di fare arte. Provo comunque a cantare ogni giorno.
COME STUDI UN NUOVO RUOLO?
Devo avere più fonti possibili: biografie di personaggi storici, avvenimenti storici e infine libretto e spartito, lavoro perciò su più livelli. Ascolto anche interpretazioni di grandi cantanti, perché conta essere ben preparati.
QUAL E' IL CANTANTE DEL PASSATO CHE PREFERISCI?
Io apprezzo più persone per motivi diversi e trovo quindi riduttivo selezionarne uno solo. Ci si corregge ascoltando gli altri, per esempio può succedere che non mi piace qualcosa che un cantante fa, poi magari scopro che anch'io la faccio.
GRAZIE MILLE A FRANCESCA DOTTO PER QUESTA GRANDISSIMA OPPORTUNITA' CHE CI HA DATO!
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