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INTERVISTA AD ANNA PIROZZI

Vi siete persi la diretta? Leggete qui l'intervista!


COME SI SENTE QUANDO SALE SUL PALCO?

Mi sento molto bene, perché il teatro e il palco per noi cantanti sono una seconda casa, sono l'ossigeno e la nostra vita.


COME E' INIZIATA LA SUA PASSIONE? COME HA SCOPERTO IL SUO TALENTO?

Da giovane cantavo musica pop e non conoscevo la lirica. Ascoltavo Cocciante, Baglioni, Mina e gli altri cantautori italiani e inglesi, che tuttora ascolto. Mi sono iscritta al conservatorio per imparare a leggere la musica e sono entrata nella classe di percussioni. Dopo poco ho abbandonato e mi sono iscritta in quella di canto. Mi venne detto che avevo una voce predisposta per la lirica e mi fecero ascoltare la Callas, Di Stefano, Corelli e tutti gli altri grandi interpreti. Rimasi abbagliata dalle loro voci e così mi dissi:" Voglio diventare come loro!", cosa abbastanza complicata.


QUALI DIFFICOLTA' HA INCONTRATO ALL'INIZIO DELLA SUA CARRIERA?

Per me non è stato per niente facile inserirmi nel mondo della lirica. A 25 anni in conservatorio ero già troppo vecchia. Facevo tantissime masterclass, lavoravo, viaggiavo, cantavo in cori polifonici, cori lirici e piccoli ruoli, inoltre non avevo un agente ed ero considerata già vecchia. Venne presa nel terzo cast come Amelia in Un Ballo in Maschera al Teatro Regio di Torino e feci tantissime volte Abigaille in vari piccoli teatri, poi incontrai varie persone che mi diedero accesso a più grandi teatri. Il primissimo ruolo lo cantai a circa 32 anni.


QUALI DIFFICOLTA' HA INCONTRATO DAL PUNTO DI VISTA VOCALE?

Avevo molta difficoltà nella tecnica degli acuti, inoltre dovevo irrobustire il centro della voce, perché è lì che si canta. Con l'esperienza e l'esercitazione sono migliorata molto e ho imparato tanto.


QUALI SONO I REQUISITI CHE SECONDO LEI DOVREBBE AVERE UN CANTANTE?

La voce è sicuramente molto importante, ma serve anche la passione per la musica per fare questo tipo di lavoro. Bisogna essere molto sicuri di sé, delle proprie capacità e avere molta sfacciataggine.

Bisogna avere anche intelligenza per gestirsi nel modo migliore e non abbattersi dopo le sconfitte.


QUALI SONO I PERSONAGGI CHE PREFERISCI DAL PUNTO DI VISTA VOCALE ED INTERPRETATIVO?

Sono molto affezionata al ruolo di Leonora nel "Trovatore", così come sono affezionata ad Amelia in "Un ballo in maschera", perché è stato il ruolo del mio debutto. Un altro ruolo che mi piace particolarmente dal punto di vista interpretativo è Lady Macbeth del "Macbeth".

La musica di Verdi è quella che preferisco, Abigaille in "Nabucco", Odabella in "Attila", Elvira in "Ernani", Lucrezia Contarini ne "I due Foscari", Lady Macbeth in "Macbeth", Leonora nel "Trovatore", Donna Leonora ne "La forza del destino", Amelia ne "Un ballo in maschera", Aida nell'omonima opera, soprano nella "Messa da Requiem" e Desdemona in "Otello". Mi piace molto anche Puccini; ho cantato Tosca molte volte e nei prossimi debutti c'è Cio-Cio-San nella "Madama Butterfly" e Minnie ne "La fanciulla del West".

ALL'ARENA DI VERONA HA INTERPRETATO ALCUNI DI QUESTI RUOLI. COM'E' CANTARE ALL'ARENA?


L'Arena di Verona è un luogo magico e ogni volta che si canta lì c'è un'emozione pazzesca, che poi si trasforma in adrenalina e così riusciamo a dare il meglio. La preoccupazione principale quando si sale su quel palco è il farsi sentire, ma bisogna fidarsi della propria voce perché ci sono un sacco di fattori contro, come il tempo metereologico.


COME GESTISCE L'ANSIA DA PRESTAZIONE?

All'inizio di una rappresentazione l'ansia c'è sempre, si spezzetta ogni frase perché manca il respiro. Piano piano arriva l'automaticità e si è più tranquilli, ma l'emozione c'è sempre.






COME STUDIA UN RUOLO NUOVO?

Il primo studio è sempre teorico, partendo dal compositore per arrivare alle vicende storiche, poi apro lo spartito. Con il pianoforte studio inizialmente da sola e quando ho preso una certa dimestichezza con la musica comincio le prove con un pianista. Utilizzo da mezz'ora ad un'ora per i vocalizzi poi passo alla parte, alla quale dedico il tempo necessario secondo me.


CHE CONSIGLI DA' AD UN GIOVANE CANTANTE?

Per i giovani cantanti è molto importante studiare e non avere fretta di arrivare a cantare i ruoli principali. Bisogna assolutamente seguire le proprie corde vocali ed usare la testa. E' importante fare un passo alla volta, perché solo così si arriva a certi livelli. E' necessario inoltre approfondire la tecnica dopo il conservatorio e fare molti concerti anche per abituarsi al cantare davanti un pubblico numeroso.



COSA POSSONO FARE GLI ASCOLTATORI PER AIUTARE I CANTANTI?

Le associazioni sono molto importanti, così come essere attivi sui social come fate voi. Io come cantante e noi tutti cantanti chiediamo più considerazione e che ci venga data più importanza, perché certo cantare è prima di tutto una passione, ma per noi è anche un vero e proprio lavoro.

Sembra che nel mondo operistico stia arrivando una terribile catastrofe, ma in questi difficili momenti bisogna pensare positivo.


Grazie mille ad Anna Pirozzi per l'intervista che ci ha concesso!







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