Lunedì 4 maggio abbiamo intervistato in diretta il mezzosoprano Cristina Melis!
COME SI SENTE QUANDO SALE SUL PALCO?
Moltissime sensazioni, nervosismo anche a causa di una grande aspettativa, specialmente se si tratta di un debutto o se è una prima. Invece se si tratta di una situazione familiare sono più calma e non ho paura di dimenticare le parole, cosa che mi fa moltissima paura. La paura poi passa mano a mano che l'opera va avanti perché si pensa a tante altre cose, è importante inoltre il sostegno del pubblico. L'opera in streaming che va di moda adesso è diversissima dal cantare dal vivo, perché a noi cantanti serve un pubblico.
COME E' INIZIATA LA SUA PASSIONE PER L'OPERA? COME HA SCOPERTO IL SUO TALENTO?
Io ho i genitori nel campo della musica: mia madre è un mezzosoprano, mio padre era maestro di canto, ho vissuto quindi sempre nella musica. Mi sono diplomata in flauto traverso e ho deciso che la musica sarebbe diventata la mia strada; ho poi abbandonato il flauto perché ho scoperto la voce che avevo per dedicarmi ad essa.
QUALI DIFFICOLTA' HA INCONTRATO ALL'INIZIO DELLA SUA CARRIERA?
Tantissime, certamente sono stata fortunata perché avevo talento, ma quello non è bastato. All'inizio pensavo di non essere adatta a questo mestiere e la mia negatività è stata quella che probabilmente non ha convinto giudici di concorsi. Ho capito poi che la vita è così, ci sono alti e bassi e così ho imparato a non scoraggiarmi dopo una sconfitta e ho cominciato anche a capire che la colpa non è sempre mia.
Un'altra difficoltà è essere al posto giusto al momento giusto.
QUALI SONO I REQUISITI CHE DEVE AVERE UN CANTANTE?
Umiltà nello studio, crederci nel modo più bello, tanta forza, amor proprio, orgoglio e fare in modo che nessuno metta mai in discussione il tuo talento. Può capire di cantare male e avere molte porte chiuse, ma non bisogna mai, e dico mai, scoraggiarsi: so che bisogna sudarsela, ma credetemi, ne vale la pena.
QUALI SONO LE OPERE CHE PIU' TI PIACCIONO?
Un'opera che amo molto, ma che non ho ancora debuttato è "Samson et Dalila", perché è letteralmente stupenda, poi mi piacciono molto le opere in francese, come "Wherter" di Massenet, opera difficile, triste, ma bellissima; un'altra che amo è "Cendrillon" sempre di Massenet.
Poi ovviamente il repertorio di Verdi: "Aida" e "Trovatore" principalmente; per non parlare del repertorio russo: "La Dama di Picche", per esempio, perché cantare in russo è bellissimo!
Mi piace anche tutto il repertorio del belcanto e non mi dispiace neanche parte del barocco! Insomma, praticamente tutto! E non ho detto la musica sacra! Bellissimo anche il Requiem di Verdi!
COME VEDE IL FUTURO DELL'OPERA?
Sono un'inguaribile ottimista per quanto riguarda il futuro dell'opera. Penso che non morirà mai, perché siamo noi che abbiamo inventato l'opera, certo, molto tempo fa; certo se l'abbiamo inventata vuol dire che abbiamo il bisogno di ascoltarla e di cantarla.
Grazie mille a Cristina Melis per la grandissima opportunità che ci ha dato! Siamo molto felici di averla intervistata e siamo felici di aver imparato molto da lei!
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