Il giorno 30 aprile abbiamo avuto la fortuna e l'onore di intervistare in diretta instagram uno dei più grandi tenori del panorama lirico attuale: Francesco Meli!
COME E' INIZIATA LA SUA PASSIONE PER L'OPERA? COME HA SCOPERTO IL SUO TALENTO?
In casa ho sempre ascoltato musica, fin da bambino, sia sinfonica che operistica. Alle scuole medie mi sono appassionato molto e quindi ho cominciato lo studio del pianoforte. Più tardi ho iniziato a cantare: ho fatto parte di un coro e da lì si è poi avviata la mia carriera di tenore.
CHE CONSIGLI DA' AD UN GIOVANE CANTANTE PER INTRAPRENDERE UNA CARRIERA?
La cosa più importante è sicuramente studiare molto, anche chi si considera ed è considerato bravo, perché strafare non porta sicuramente ad un grande risultato. Bisogna poi credere in se stessi, nelle proprie capacità e credere in quello che si fa, oltre che essere sempre, e dico sempre, motivati. Bisogna affiancarsi ad un maestro, dopo gli studi al conservatorio, per approfondire di più la tecnica.
QUALI SONO I REQUISITI CHE SI DEVONO AVERE PER DIVENTARE CANTANTI?
Sicuramente una buona predisposizione vocale, oltre che all'assiduo impegno nello studio. Bisogna sempre andare avanti: mai pensare di essere arrivati, perché se no la voce, che è in continuo mutamento, rimane sempre allo stesso livello di bellezza, senza mai evolversi. Io stesso ho sempre cercato di fare un passo alla volta e ho sempre cercato di credere in me stesso. All'inizio con l'insegnante non superavo certe note in acuto per non esagerare, prima di capire la mia vocalità.
QUAL E' IL RUOLO PIU' DIFFICILE CHE HA INTERPRETATO?
Con sicurezza dico il ruolo di Radamès in Aida, del Maestro Verdi. Le difficoltà in quel ruolo sono sia vocali che interpretative. Dal punto di vista vocale, Verdi mette nella parte parecchi si bemolli da eseguire in pianissimo, come quello nel finale della romanza "Celeste Aida" e come quello nel duetto finale con Aida nella tomba. Dal punto di vista interpretativo, Radamès deve saper essere un sognatore, come in "Celeste Aida" e come in tutti i duetti con la protagonista: "Pur ti riveggo" e nel duetto finale "O terra addio", ma deve saper essere anche un guerrirero, come nella scena della consacrazione delle armi alla fine del primo atto.
COM'E' LAVORARE CON PLACIDO DOMINGO?
Da Placido Domingo c'è sempre qualcosa da imparare perché è un vero leone del palcoscenico! E' molto bello lavorare con lui anche perché tratta gli altri come sui pari, come se fossimo sul suo stesso livello e inoltre è sempre pronto ad aiutarti e a darti consigli, ovviamente senza mai dimostrarsi migliore. Insomma, stare nel palco con lui è un'esperienza fantastica!
QUAL E' LA SUA OPINIONE RIGUARDO ALL'ALLESTIMENTO IN CUI HA CANTATO DI UN BALLO IN MASCHERA ALL'ARENA NEL 2014?
"Un ballo in maschera" non è un'opera che viene spesso rappresentata in Arena e quelle volte in cui è stata rappresentata non ha sempre avuto successo. Questo allestimento devo dire che era proprio fantastico sotto tutti i punti di vista: il regista Pier Luigi Pizzi aveva fatto veramente un ottimo lavoro. Quest'opera di Verdi è molto intima e i luoghi in quell'allestimento erano ben curati e pur nella grandezza areniana, il capolavoro di Verdi è stato rappresentato in modo molto delicato e intimo, cosa difficile, molto difficile, all'Arena di Verona.
IN QUESTO ALLESTIMENTO, IL REGISTA HA PREVISTO UN CAMBIO DI EPOCA. UN ALTRO ALLESTIMENTO CAMBIATO DI PERIODO E' STATO QUELLO DI CARMEN, SEMPRE A VERONA. COSA NE PENSA DI QUELL'ALLESTIMENTO?
Anche quello di Carmen era fantastico e ben curato. Sebbene fosse una trasposizione, si capivano perfettamente i personaggi e il loro rapporto. Sono stato molto felice di poter cantare in quell'allestimento, anche perché i costumi e le scene erano bellissime!
QUAL E' IL SUO RAPPORTO CON IL PUBBLICO?
Il pubblico è molto importante, infatti in questo periodo si sente molto la mancanza delle persone che ascoltano. Per quanto possa esistere l'opera in streaming, credo che non si possa costruire un personaggio come lo si costruisce con il pubblico.
COME VEDE IL FUTURO DELL'OPERA?
Io vorrei che le persone tornassero di corsa in teatro appena possibile, perché noi cantanti dobbiamo tornare a nutrirsi di cultura e di teatro, così come ne sentono il bisogno tutti i nostri ascoltatori.
Grazie mille a Francesco Meli per la grandissima occasione che ci ha dato: per noi è stato un enorme onore!
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