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INTERVISTA IN DIRETTA AD ENRICO IVIGLIA

Martedì 7 maggio abbiamo avuto il grandissimo onore e piacere di intervistare il tenore Enrico Iviglia!



COME SI SENTE QUANDO SALE SUL PALCO? Salire sul palco è una grande emozione. Bisogna salirci con grande preparazione e la paura che si può avere va sconfitta con lo studio.


COME E' NATA QUESTA PASSIONE? La passione è stata il canto gregoriano ed ero appassionato di in generale di musica sacra: amavo Handel, Bach, Mozart...


Lo studio al conservatorio mi ha portato all'opera di Rossini e degli altri compositori. Ho fatto un percorso molto fluido e con il passare del tempo questo studio è diventato un lavoro immerso nella passione. Gli studi in architettura che ho fatto e che richiedevano molta cura e precisione, mi hanno portato avere queste caratteristiche anche come cantante.


QUALI SONO I REQUISITI CHE BISOGNA AVERE PER ESSERE UN CANTANTE COMPLETO?

Bella voce, duttile e che abbia una caratteristica propria. La mia voce, per esempio, ha la caratteristica di pronunciare in un certo modo la "r", una cosa che può piacere o meno, ma è importante che ogni voce abbia qualcosa che la contraddistingue. Poi ovviamente bisogna avere molta voglia di studiare, essere diplomatici ed avere moltissima passione.


QUAL E' L'OPERA CHE PREFERISCI DAL PUNTO DI VISTA VOCALE?


Il Barbiere di Siviglia è l'opera che è più adatta alla mia vocalità ed è anche stata la mia prima opera. Un'altra opera che mi piace molto è Cenerentola, perché inizia con un duetto e, si sa, quando si entra in scena si è sempre un po' agitati e quindi ci si spalleggia. Iniziare con un'aria non è il massimo e nella Cenerentola l'aria è nel secondo atto. Il compositore che preferisco, chiaramente, è Rossini, perché quando finisco di cantare una sua opera potrei ricantarla e quindi sto bene vocalmente.


COSA NE PENSA DELLA TRASPOSIZIONE DI OPERE IN UN PERIODO DIVERSO DA QUELLO ORIGINALE? Amo le regie moderne, anche se escono dal periodo indicato nel libretto. Riguardo ai tagli, in Italia sono spesso molto ligi, all'estero, invece, si sceglie di effettuare molti tagli che possono compromettere la trama dell'opera. Penso che questo venga fatto perché i cantanti all'estero non sempre comprendono del tutto le parole che dicono, anzi, a volte non sanno proprio cosa significa quello che cantano! La parti che tagliano sono quasi sempre i recitativi, cosa sbagliatissima perché questi hanno una funzione narrativa.


COME VEDE IL FUTURO DELL'OPERA?


L'opera continua, e se continua da molto allora continuerà per tantissimo ancora. Pensandoci, se la musica operistica non si è fermata con la spagnola dell'inizio del '900, potrebbe fermarsi con tutti i modi che abbiamo noi per ascoltarla? Assolutamente no! E poi non credo proprio che le canzoni che spopolano ora tra 300 anni saranno ancora eseguite come le opere liriche!


COME STUDIA UN NUOVO PERSONAGGIO? Prendo lo spartito, lo solfeggio, lo suono, canto solo con le vocali e infine aggiungo le parole. Dopo averlo studiato lo ascolto, mi registro e faccio eventuali correzioni. Servono 2-3 mesi per imparare bene un'opera, ora sto studiando La gazza ladra e La donna del lago alternandole. Non prendo spunto da un cantante in particolare perché, secondo me, virtuosismi e cadenze sono frutto di uno studio personale che poi si sviluppa anche grazie ai consigli del mio pianista.


COME PROCEDE IL SUO STUDIO IN QUESTO PERIODO? In modo tranquillo, era da molto tempo che non mi fermavo ed ora ho la possibilità di studiare con costanza e serenità. Tutto questo tempo mi permette di dedicarmi anche a ruoli che non ho in programma di cantare, caso mai venissi chiamato per qualche sostituzione.


Grazie mille a Enrico Iviglia per la grandissima opportunità di imparare che ci ha regalato!







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